A cena con Erri

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Posted by Associazione EutOrto | Posted in Eventi, Persone | Posted on 24-04-2011

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Una bella serata di gennaio. Così la racconta(*) Erri De Luca:

Roma, via Ardeatina 524, si passa sotto un arco di pietra rossa e la città smette di colpo. E’ subito campagna, il grugnito dei motori si perde in pochi metri. Il viale porta a un istituto agrario, oltre ancora a un maneggio, in ultimo a un podere. Qui hanno trovato sede un gruppo di persone coinvolte dallo stesso affanno, di essere genitori di figli autistici. Non si sono rassegnati all’isolamento, alla clandestinità civile. Maurizio si fa loro portavoce: si sono messi insieme a lavorare un campo, insieme ai figli, secondo le possibilità di ognuno. Producono e vendono sul posto il frutto della loro comunità di tenaci. Si sono tolti la divisa del lazzaretto, hanno fondato una comunità aperta.

A loro si sono aggiunti dei dipendenti di un’azienda informatica, Eutelia,  sbattuti fuori dalla pista del lavoro,costretti  nella corsia di emergenza della cassa integrazione. Resistono all’espulsione mettendosi anche loro a coltivare il campo. Gloria racconta il passaggio dai turni davanti allo schermetto acceso, ai turni della vanga, della semina, del raccolto. Vanno fieri dei loro prodotti e di più per avere reagito all’umiliazione di chi ti sbatte in faccia il : non mi servi più.

Insieme a loro c’è un gruppo di giovani, hanno fondato un comitato nel loro quartiere dormitorio, sprovvisto pure di un negozio in cui fare la spesa. A dispetto della condanna a quartiere del sonno e basta, hanno dato al loro comitato il nome allegro e di battaglia :”Nessun dorma”. Inventano buone occasioni di socialità e di veglia. Una sera m’invitano a cena al podere. I genitori hanno accanto i loro figli spaesati, che inventano mosse per tentare un loro verbo esserci, mentre sono richiamati lontano dall’affanno. Mi invitano alla loro tavolata per volontà di ospitare la città. D’estate hanno una fresca pergola e fanno cucina per chi vuole chiudersi la città alle spalle e gustare una pietanza arrivata in tavola a piedi, dritta dal campo.

Accanto a me è seduto Fabio, un uomo sulla sedia a rotelle che ogni anno parte da solo con la sua Panda per le piste dell’Asia sconfinata, fino in Mongolia e in Cina.E’ dell’antica specie dei viaggiatori facili al bivacco, nell’abitacolo o allo scoperto , scoperchiato, della notte. Racconta e raccoglie l’ esperienza magnifica dell’ospitalità. Ogni viaggio è una semina d’incontri, un raccolto di accoglienze.

Mi chiedono di leggere una pagina, dove ho riportato una frase del Talmud :”I cardini reggono la porta e le prove reggono l’uomo”. Ecco: le più amare condizioni possono trasformarsi in punti di sostegno, che reggono la persona anzichè demolirla. Racconto l’ Italia che abita il suolo e l’onora con la propria vita. Racconto l’Italia che aggiunge valore alla vita di tutti.

Alla fine della cena mi offrono un paniere di verdure del campo. Ringrazio e mi spiace doverle caricare in auto, anzichè  in spalla per portarle a casa.

Erri De Luca


(*) Pubblicato su GQ di Febbraio 2011