Difficile anche parlarne. Dopo sei anni. Qualcuno non è più tornato, troppo doloroso.
Se guardiamo alle foto rigogliose anche solo dello scorso anno. Poi tutti i guai con l’acqua, le angherie, i furti e poi… la spianata.
Vero è che abbiamo lasciato ma fa male, tanto male ugualmente.
Marco ci racconta che una volta a settimana andava a visitare il nostro “primo” orto, un po’ per “elaborare” la perdita e meno prosaicamente per raccogliere quello che ancora, spontaneamente, dava. Lo scorso 17 aprile (sic !!) l’ha trovato così.
Ringraziamo gli Orti Urbani Tre Fontane che con grande solidarietà ci hanno accolto e ora con fatica ricostruiamo l’orto come in quel lontano 6 settembre 2010. Qualcuno in meno e un po’ più vecchi ma si sa…
Nonostante tutto il sole è tornato ed è arrivata la primavera. In campo si combatte con le malerbe, tappeti di infestanti si espandono fino a formare muri intorno alle colture. Non facciamo altro che zappare e rigirare la terra. Le nostre fedeli compagne sono la zappa e la vanga.
L’idea di responsabilizzarci, ognuno su 100 mq di terreno per tenerle a bada è stata una idea vincente. Ora l’orto è in ordine ha una sua struttura. I lotti mantengono le caratteristiche dei lavoranti perché ognuno ci ha messo del suo: c’è il lotto dove si prova, si sperimenta e dove le file hanno un andamento irregolare. Il lotto precisetto con le file perfettamente distanziate. Il lotto zen dove il controllo delle infestanti è maniacale.
Le colture si ripetono nei lotti: ad alcuni nascono prima ad altri dopo, ad altri mai. Mi permetto di raccontare la mia esperienza: ho seminato ad ottobre la catalogna e lei ha “dormito” tutto l’inverno per risvegliarsi solo dopo la neve di gennaio ed esplodere ora. Stessa cosa gli asparagi: da noi (lo sperimentale di Gloria, me e Andrea) neanche l’ombra, da Maurizio (lo zen) sono nati tutti. Da Franca i finocchi non hanno mai avuto un futuro.
Abbiamo provato a piantare i lampascioni e i fagiolini neri e gialli. Ed ecco spuntare i fiori dai bulbi e le tenere foglioline dal semino.
Quest’anno prevediamo una bella e abbondante produzione di fragole visto che già da giorni se ne trovano di dimensioni artistiche.
Ma è il mosto naturalmente!
E mentre il vino si fa più o meno da se noi si va a fare l’orto.
C’è chi semina… rughetta, misticanza, catalogna, cavolfiori e broccoli.
e chi pianta… cavoletti di bruxelles, finocchi, insalata da taglio, indivia e radicchio.
E alla fine ci si compiace anche dei doloretti diffusi per tutto il corpo, perché vedere quelle piantine fa veramente sorridere.
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