Difficile anche parlarne. Dopo sei anni. Qualcuno non è più tornato, troppo doloroso.
Se guardiamo alle foto rigogliose anche solo dello scorso anno. Poi tutti i guai con l’acqua, le angherie, i furti e poi… la spianata.
Vero è che abbiamo lasciato ma fa male, tanto male ugualmente.
Marco ci racconta che una volta a settimana andava a visitare il nostro “primo” orto, un po’ per “elaborare” la perdita e meno prosaicamente per raccogliere quello che ancora, spontaneamente, dava. Lo scorso 17 aprile (sic !!) l’ha trovato così.
Ringraziamo gli Orti Urbani Tre Fontane che con grande solidarietà ci hanno accolto e ora con fatica ricostruiamo l’orto come in quel lontano 6 settembre 2010. Qualcuno in meno e un po’ più vecchi ma si sa…
Eh già, quando una azione si ripete a Roma si dice così.
Mi chiedo quanto dia fastidio l’EutOrto per dover subire ogni tanto irruzioni all’interno dell’orto. Ieri mattina abbiamo trovato tutte le nostre cose sparse sul vialetto: vestiti, sementi, spruzzini, tutto sparpagliato in giro. Qualcuno si è messo comodo a cercare e poi si è portato via gli stivali di gomma. Ma facendo una selezione: solo i numeri 38/39.
Ormai da un anno non facciamo più nessun lavoro all’interno dell’Istituto Agrario e non disturbiamo nessuno. Lavoriamo solo il “nostro” campo. La terra non è la nostra certamente ma la trattiamo bene. Non inquiniamo. Non spargiamo pesticidi. Non usiamo fertilizzanti chimici. Non sprechiamo l’acqua. La terra è sotto la nostra tutela in forza di un progetto tra la Provincia di Roma e l’ITAS Garibaldi.
Ci invitano dappertutto per parlare di questo bel progetto… perché non piacciamo proprio ai nostri vicini?
Lunedì mattina arrivi all’orto e… trovi una bella sorpresa. Il cancello divelto. E’ stato scardinato e sono state depredate, perché non si può usare altro termine tutte le sementi, tutte le collane dei peperoncini, la pompa per spruzzare le macerate antiparassitarie, le scarpe da lavoro.
Complimenti ai ladri.
Non gli bastava entrare dal fondo del campo come fanno le amate vecchiette della zona che incuranti della recinzione e della gente in campo a lavorare rubano le zucche. No, troppo difficile, meglio sfondare il cancello.
Qualche mese fa, quando ci è stata tolta la disponibilità del locale che ci ospitava all’interno dell’Istituto Agrario, abbiamo costruito una pergoletta in attesa di un posto in sostituzione. Il posto non lo abbiamo mai avuto e anche grazie a questo i ladri hanno potuto agire indisturbati.
Non sappiamo neanche se questo episodio è frutto di comuni ladruncoli o di persone che volevano soltanto vandalizzare. Resta il fatto che per noi la perdita di tutte le sementi è un danno enorme.
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